Baldassarri e il Bembo letterato

11 Marzo 2013

Il tema che il prof. Baldassarri ha scelto per questo suo intervento è “L’impegno letterario di Pietro Bembo nella cultura del primo Rinascimento”, una disanima a pieno tondo del Bembo letterato, ovvero del Bembo più noto e certo anche più studiato.
Cultore delle lingue classiche e del volgare in prosa e in poesia, revisore instancabile delle proprie opere, editore di testi capitali della tradizione italiana, Pietro Bembo è al centro di una fittissima rete di rapporti che coinvolge, dalle sue diverse sedi di residenza, una costellazione variegata di corrispondenti. È la riproposizione, su scala più ridotta come si conviene ai tempi (l’Italia, piuttosto che l’Europa), del magistero petrarchesco, e a questa immagine di sé, in grado di “dialogare” alla pari con gli “antichi” come con i “moderni”, il Bembo adegua con sapienza non solo le scelte della sua carriera letteraria, ma anche tempi e modi della circolazione delle sue opere: le prime stampe, ma anche le nuove edizioni, e persino le traduzioni. “Umanista” raffinato, che agli umanisti impone i grandi modelli come la pratica della letteratura in volgare, che trova ormai in lui norme e modelli che la rendono in tutto paragonabili alle letterature classiche, Pietro Bembo esercita un influsso enorme, e quasi una “dittatura letteraria” sui contemporanei, trasformando dall’interno le sorti della lingua e della letteratura volgare.