
Venetkens. Viaggio nella terra dei Veneti antichi
29 Luglio 2013Prende il via con la visita alla grande mostra Venetkens Viaggio nella terra dei Veneti antichi, allestita a Palazzo della Ragione, la XXVII^ edizione dei Notturni d’Arte, dedicata alla riscoperta di Padova antica e articolata in 25 serate, dal 30 luglio all’1 settembre. La mostra, aperta al pubblico fino al 17 novembre 2013, sarà la tappa fissa del martedì: a cadenza settimanale sarà infatti possibile visitarla con delle guide, che nella serata inaugurale saranno eccezionalmente alcuni tra i curatori scientifici della mostra. A rendere ancora più coinvolgente l’immersione nel mondo degli antichi Veneti il giorno d’apertura dei Notturni sarà la conferenza spettacolo “Duelli rituali nella Venetia Antica”, a cura dell’associazione Mos Maiorum, sulla ritualità del duello nell’epoca preromana e sulla ricerca dell’immortalità nelle popolazioni degli Italici. Un’occasione imperdibile per gli appassionati d’archeologia e per riappropriarsi della memoria della città, scoprendone i misteri: il martedì, sarà anche possibile scendere nei sotterranei di Palazzo della Ragione, riaperti dall’Amministrazione comunale nel 2010 dopo lavori di riqualificazione, dove è possibile apprezzare resti medievali e romani e, più in generale, la crescita stratigrafica della città. Per far comprendere il concetto di stratigrafia domani sarà inoltre proposta un’esperienza di scavo archeologico.
“I Notturni d’Arte – spiega l’assessore alla Cultura Andrea Colasio-sono un punto fermo per la nostra città, una manifestazione ogni anno molto attesa dai padovani: e sarà proprio il cuore della “padovanità”, Palazzo della Ragione, ad aprire le sue porte il martedì, con un percorso identitario eccezionale, che recupera le radici più profonde di questa padovanità”.
La mostra allestita a Palazzo della Ragione, promossa dall’Assessorato alla Cultura e dalla Soprintendenza archeologica per il Veneto e organizzata da gruppo Icat, offre una visione completa ed esaustiva sulla civiltà che fiorì durante il I millennio a.c. nella vasta area corrispondente all’attuale Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino attraverso quasi duemila reperti: un’occasione per vedere riuniti in un percorso concepito come un viaggio nel tempo e nello spazio materiali solitamente dislocati in luoghi diversi e non visibili al pubblico, alcuni dei quali mai esposti prima. E il bilancio è molto positivo, se si pensa che la mostra, arrivata al giro di boa, ha registrato 35mila visitatori. Il gradimento del pubblico si spiega, oltre che con lo straordinario valore scientifico del progetto espositivo anche con l’utilizzo di tecnologie in grado di coinvolgere i visitatori, soprattutto i più giovani, come postazioni multimediali, cui si aggiungono ricostruzioni a grandezza naturale: è possibile vedere l’interno di un’abitazione, entrare in un santuario e percepirne l’atmosfera sacrale, osservare un imponente tumulo funerario. L’esposizione mette in luce aspetti di grande rilevanza culturale, come la pratica della scrittura e il suo legame con la realtà̀ del sacro, ma anche la padronanza nella lavorazione del bronzo e la sua traduzione, sul piano dell’espressione artistica, nei repertori decorativi dell’arte delle situle, dove animali fantastici si intrecciano a scene di vita quotidiana, a momenti rituali, a processioni e a teorie di guerrieri. E, ancora, nel percorso espositivo grande attenzione è dedicata al cavallo, vero e proprio animale totemico della protostoria europea e di quella veneta in particolare. Palazzo della Ragione svelerà anche altri tesori dell’archeologia: sarà infatti proposta una passeggiata nei sotterranei sotto il Salone, che permetterà di conoscere la Padova anteriore al XIII^ secolo, prima cioè della costruzione di Palazzo della Ragione datata 1219: addentrandosi nelle tre gallerie realizzate per motivi di sicurezza tra 1991 e 1992, due longitudinali e una trasversale, sarà possibile camminare in corrispondenza del “piano di calpestio” dell’epoca romana, ammirare il pavimento musivo a tessere bianche e nere di una domus romana di I-II sec. d.C; dell’abitazione si vedono ancora i resti del tetto fatto con tegole e coppi, crollato in seguito ad un incendio. Si distinguono poi fondamenta e alzati di abitazioni tipiche della Padova medievale, come case torri, case-forti, ed altri edifici, alcuni di notevoli dimensioni, forse di uso pubblico che furono distrutti per fare spazio al Palazzo; di particolare interesse sono poi i resti di un pozzo e di un cantinone, un ampio spazio sotterraneo utilizzato per molti anni come discarica; s’ipotizza che fosse una delle celle delle Antiche Galere, precedenti le Carceri delle Debite. Sono visibili anche i resti di una strada, tracce di pavimento in argilla e un piccolo focolare.