Il pensiero perduto – Porfirio di Tiro
26 Ottobre 2012La storia conosce momenti topici e sentieri interrotti. Dopo i quali niente è più come prima. Ci sono date esemplarmente illuminanti in tal senso. Una di queste è il 391 e.v., anno in cui lo zelota imperatore Teodosio I, dopo avere dichiarato quella cristiana unica religione dell’impero, diresse il suo odio contro i templi pagani e ordinò, tra l’altro, la razzia e la distruzione della Biblioteca di Alessandria, una delle più grandi dell’antichità, inaugurando, per mano cristiana, la tragica saga delle ’notti dei cristalli’, mai conclusesi. Il pensiero perduto è allora quello di schiere di intellettuali, filosofi, uomini di scienza che nei tempi del trionfo del pensiero unico cristiano, hanno rivendicato le origini classiche della cultura e si sono opposti con fierezza alla sua inesorabile avanzata. Di molti di loro sappiamo ben poco se non, paradossalmente, per opera dei loro avversari che con essi hanno polemizzato. Porfirio di Tiro ( 233 – 305), filosofo neoplatonico, autore della monumentale opera Contro i cristiani, appartiene a codesti pensatori che si è tentato di seppellire, qualificato da molti padri della Chiesa come malfattore, calunniatore, folle.