Caparezza allo Sherwood

28 Giugno 2014

«Mica Van Gogh», pazzi siamo noi, pressati sotto il palco dello Sherwood, appena passata l’ora di cena, in un delirio di spintoni e di «comunque dada»: in attesa di entrare nella Galleria d’Arte di Caparezza, concentrata nel suggestivo titolo di «Museica» (Museo + sesto album + Musica), un concept album che riproduce anche visivamente la scenografia colorata del quadro di Domenico dell’Osso con tavolette di Luna-formaggio e palme, ci siamo gustati le scenette, le impressioni, gli abbracci vocali di Michele Salvemini a Padova. Lui ama lo Sherwood e lo Sherwood ama Caparezza: facendoci dono, a un prezzo modico (15 euro) della sua musica, il cantante rap pugliese si è assicurato un plateatico ricolmo di giovani, tutti con lo sguardo rivolto all’insù. Pretende molto Caparezza dai suoi fan, il suo nuovo album contiene una fitta trama di citazioni artistiche, letterarie e musicali: però il ritmo, qualche ritornello d’effetto e tanta tanta inventiva permettono a chiunque di avvicinarsi al mondo delle Muse. E’ un «Giotto beat», Caparezza vuole farci recuperare la giusta prospettiva, insegnarci a «fare da tela» alla creatività, a essere noi stessi: lui è un grande esempio di spontaneità. Lo schermo dietro di lui, a grandezza enorme, proiettava riproduzioni digitali ed animate dei quadri, nel più autentico spirito dada: non solo arte ma anche scrittura, con l’ode a «China Town», la prima ballata di Caparezza. E’ solo l’arte che può salvarci da un mondo di violenze, è salvifica: ogni brano, isolato in sé ma parte di un grandioso disegno, è un tassello volto alla riconquista della coscienza di sé. No, Caparezza non lascia le cose a metà: ci regala anche l’apertura e la chiusura del museo, con una musichetta seguita da avvisi di comunicazione. Solo poco dopo lui entra in scena all’interno di una matrioska: bellissimo l’uso dei pupazzi da carri di Carnevale, la canzone “Dalla parte del toro”, composta in precedenza, è la seconda dall’inizio del concerto, il toro di Guernica ritorna con la solita prepotenza visiva e con la sua “spalla”, il cantante/rapper Diego Perrone, lo spettacolo è assicurato. Nuove hit confuse con le precedenti, tra cui “La mia parte intollerante”, “Malinconia”, “Vengo dalla Luna” e “Ballare in Puglia”, il pubblico chiedeva e chiedeva ma lo show non può durare all’infinito. Una delizia per gli occhi e le orecchie.

Camilla Bottin