
Spirito allegro
24 Luglio 2013Non c’è due senza tre: il dissidio familiare, in seno alla coppia, si aggrava dell’aggiunta della terza incomoda, lo «spirito allegro» del titolo. Arriva Antonella Campana, ma non è un fantasma. E’ una medium, ritenuta responsabile del ‘fattaccio’: il Teatro Fuori Rotta, sulle scene padovane dal 2004, nella serata di martedì 23 luglio ha raccolto gli adepti sul palco del Chiostro dell’ex collegio Vescovile di Este intorno a un tavolo divinatorio, per una seduta spiritica originalissima. Presenze incorporee nel testo di Noel Coward, gli spettatori si sono sentiti avvinghiati dal paradosso di una situazione paranormale a dir poco imbarazzante: il regista e attore Gioele Peccenini, forte di una recitazione ‘viva’, in contrapposizione all’eterea carnalità dello spirito vagante, fiori in mano, nelle vesti di Lucia Bizzotto, libertina prima moglie, «trapassata» ma non defunta, per una sottigliezza linguistica, s’è dileguato nel finale, con una casa in preda agli «odori di presenze protoplasmatiche». Sì, non ci sono sale e pepe che tengano, Madame Arcati cade spesso in trance, tra un balletto e un altro: gli stacchetti musicali ammiccano con allegria alla situazione, con Ruth stessa divenuta fantasma. La statuaria ed elegante Nadia Gatti, con il suo impeccabile abbigliamento d’inizio secolo, troneggia con alterigia: quasi «domina» il marito e la cameriera, la giovane Edith, interpretata da una trafelata Elisa Meneghetti, in scena nel finale con la fantomatica «benda bianca». Incredibile, si ritrova la cameriera nella figura della moglie del signor Bradman, «eccitatissima» per la seduta, temperata da un riflessivo Eros Papadakis: è un via vai di colpi di scena, di sottigliezze argute in questa notte di mezza estate. Quasi quasi vorremmo essere anche noi esorcizzati da Madama Arcati, bravissima, e assaggiare con lei quel Martini secco perfetto accompagnato da un sandwich: è una festa continua, nel sottobosco del Chiostro numerose risate serpeggiano nell’aria. E’ divertimento assoluto, non può non scappare un sorriso: la scenografia, altamente praticabile, è impeccabile. Sembra di esserci. C’eravamo. Ci siamo ancora, anche alla mattina dopo, ricordando la simpatia di quella compagnia padovana. Spiritoso
Camilla Bottin