SugarCon 2014 – Reportage
30 Settembre 2014Sabato 27 settembre
Superflash Store Padova
Ore 16 – Anteprima nazionale Sally of the Wasteland con l’autore Victor Gischler (USA) e il disegnatore Tazio Bettin. Modera Francesco Verni.
«L’incontro tra me e Victor Gischler – spiega il fumettista Tazio Bettin interrogato dal giornalista del Corriere del Veneto Francesco Verni – è stato fortuito, ci siamo conosciuti alla scorsa edizione di Sugarpulp. Victor mi ha ricontattato successivamente e da quel momento abbiamo cominciato a definire i dettagli del progetto mettendoci così alla ricerca di un editore, prima tra quelli americani e poi tra quelli inglesi». Alla Titan si sono dimostrati fin da subito entusiasti dell’idea: “Sally of the Wasteland” è un’opera post-apocalittica dai toni satirici, con qualche tocco macabro, che prende spunto da “Go-Go Girls of the Apocalypse”, un romanzo pubblicato in precedenza da Gischler. «Io volevo scrivere qualcosa di simile e così ho deciso – spiega Victor – di collocare questi miei “vecchi” personaggi all’interno di una visione satirica del mondo dopo l’Apocalisse: c’è un gruppo di sopravvissuti alla ricerca di una promessa per il futuro che si cimenta nella difficile impresa di ritrovare uno strumento tecnologico di cui non si sapeva nemmeno l’esistenza. L’imbarco per la Città Proibita, abitata da ogni sorta di pericolo, porta all’incontro con creature strane e mutanti: per realizzare la Città mi sono ispirato a New Orleans, frequente sede di calamità naturali, dove disastri e tragedie capitano spesso. Mi sono così divertito a immaginare come sarebbe stata dopo un’Apocalisse, cosa sarebbe potuto succedere: sono le amazzoni dell’Alabama, donne molto possenti, con aria intimidatoria, a muoversi in questo territorio». Tazio si è divertito “da matti” a realizzare certe scene: «Victor ha valorizzato i miei punti di forza presentandomi personaggi d’azione, sono molto divertenti da disegnare». Il rapporto che si è creato tra loro, molto diretto, cioè senza l’intermediazione dell’editore, ha dato così “sfogo” a desideri profondi: secondo Victor, Tazio è in grado di leggergli la mente, di rendere visivamente i personaggi proprio come l’autore li aveva immaginati.
Sottopasso della Stua
Ore 17 – Nuove forme narrative con il regista Francesco Domenidò, l’attore Matteo Branciamore e l’autore/scrittore Carlo Callegari. Modera Giacomo Brunoro.
#Porvenir #selfie #cuore mio, pubblicato in poche copie cartacee in occasione del Festival, è un ebook targato LaCase scritto da Carlo Callegari con l’ausilio della fantasia visionaria del regista Francesco Domenidò. E’ un autunno bollente per lo scrittore padovano, alle prese con l’uscita di due suoi libri: proprio in questi giorni è uscito per i tipi della Fanucci anche il seguito de “La banda dei tre”, un noir scanzonato. «E’ bello – spiega Giacomo Brunoro, fondatore de LaCase e presidente Sugarpulp – come ci sia questa logica di non concorrenza editoriale: i libri escono in contemporanea in digitale ma il successo di uno aiuta l’altro. Mentre “Il ritorno dei tre” è un poliziesco, #Porvenir mette in scena la grande commedia all’italiana sull’autostrada del Sole». L’avventura di Carlo con Fanucci è partita grazie a LaCase: il suo primo romanzo, “La banda dei tre”, era stato pubblicato – insieme ad altri racconti – in ebook e il successo online (sempre al primo posto) è diventato un ottimo biglietto da visita per gli editori cartacei. «Ho conosciuto la scrittura di Carlo – spiega il regista Domenidò – proprio leggendo “La banda dei tre”, ho una libreria Fanucci sotto casa mia. Il libro mi è piaciuto molto e l’ho finito in due giorni: a questo punto, invece di contattare l’editore o l’ufficio stampa, ho voluto parlare direttamente con l’autore su Facebook. Prima di passare al progetto per cui ho contattato Carlo, scrivere la sceneggiatura un film giallo che si ispiri ai vecchi film polizieschi anni Settanta, abbiamo deciso di comporre un libro insieme: i suoi ingredienti dovevano essere la modernità e l’originalità dell’idea che un attore già noto lo interpreti». A “interpretare il libro” è stato scelto l’attore Matteo Branciamore: «quando ho sentito la proposta, interpretare un libro, ho sgranato gli occhi – afferma Matteo – ma ho accettato perché un po’ matto lo sono anch’io. Loro mi hanno dato indicazioni e io mi sono calato nella parte, quella di un personaggio un po’ particolare, un padre giovane, e mi sono divertito da matti a viverla». Il romanzo è atipico dal punto di vista narrativo, una scrittura del tempo reale, e si svolge in due ore perché è il tempo stesso di leggerlo: «Giacomo – spiega Carlo – è stato molto coraggioso a sostenere questo progetto, una sorta di favola moderna».
Intervista a Carlo Callegari, autore de “La banda dei tre” e “Il ritorno dei tre” (Fanucci Edizioni)
Il tuo stile piace perchè mescoli in uno stesso romanzo toni da commedia e da detective story. Hai qualche modello di riferimento?
Il mio modello letterario di riferimento è Joe Lansdale, ma a livello locale mi piace leggere Massimo Carlotto: lo scrittore padovano propone forse un noir più serio, mentre se devo rifarmi a un noir un po’ più scanzonato penso ad Ammaniti, anche se forse è un po’ più cattivo di me.
La tua città d’elezione è Padova: che effetto fa immaginare i personaggi che hai creato muoversi nelle vie che tu stesso percorri?
Non potevo ambientare “La banda dei tre” e “Il ritorno dei tre” in un posto differente da Padova, è una città che conosco bene. Muovere i personaggi è come muovere delle pedine, solo così sapevo dove collocarli, come farli interagire, scegliere gli ambienti strategici. Se avessi ambientato il libro a New York, al di là della Quinta Strada che tutti conoscono, non avrei potuto fornire ulteriori dettagli, mentre con Padova ci riesco perché ci vivo. La città veneta piace perché è un po’ fuori dagli schemi, la letteratura poliziesca sceglie Roma o Milano solitamente: ora con Sugarpulp è conosciuta un po’ di più, ma passare il romanzo allo schermo creerebbe un effetto ancora più assurdo. Sarebbe bello!
Come sei entrato a far parte del movimento Sugarpulp?
Prima de “La banda dei tre” scrivevo racconti brevi, mi piaceva farlo perché ci mettevo poco, avevo paura a prendermi l’impegno di una cosa che non sapevo come sarebbe andata a finire, ma Giacomo Brunoro che aveva appena aperto LaCase ci credeva tantissimo e mi ha spinto in questa direzione. Avevo già il primo capitolo pronto e poco dopo, al supermercato, ho avuto una visione: è nato così il progetto del romanzo, sono riuscito a finirlo in un anno.
Come è nato l’ispettore Bambola?
Mi piacerebbe che l’ispettore Bambola fosse un mio alter ego: gran parte di quello che c’è scritto nel libro parte dalla realtà, i personaggi sono amplificati da persone esistenti nella vita di tutti i giorni. Ho fatto la guardia giurata e ho avuto quindi contatti con tossicodipendenti, ho perfino avuto modo di conoscere quello che nel romanzo è poi diventato il Boa. Il nome Bambola mi è venuto per sbaglio, un amico al bar mi ha chiamato così e da lì è nato tutto.
Palazzo Zuckermann
Ore 17-18 Il noir al cinema con gli scrittori Tim Willocks, Matteo Strukul e Alan D. Altieri e lo sceneggiatore Andrea Garello. Modera Silvia Gorgi di Nordest BLVD.
Lo sceneggiatore Andrea Garello e lo scrittore Tim Willocks, moderati da Silvia Gorgi di Nordest Boulevard, si sono cimentati in una disquisizione sui film di Sergio Leone: «Tre uomini – spiega Tim – sono destinati a morire spiritualmente e fisicamente in un dato tempo, non possiamo definire Leone uno scrittore di noir ma ci andiamo vicino, certi elementi del genere sono presenti in maniera efficace. Inutile dire che la sua conoscenza del cinema è immensa». Il rapporto tra noir e critica è da sempre travagliato: «La critica italiana vive una forte distinzione tra cinema d’autore e tutto il resto – commenta Andrea – c’è una sorta di pregiudizio. Da una parte la capisco, negli ultimi trent’anni sono stati fatti parecchi film brutti: peccato che gli stessi autori abbiano cominciato ad aver paura di essere incasellati in quello che era un genere visto come “basso”. La critica è un po’ troppo intellettuale, parte già prevenuta: vorrebbe adottare un certo tipo di autore e un certo tipo di film». Secondo Tim Willocks non si dice nulla di nuovo, la stessa storia del cinema è costellata da milioni di errori simili, Leone e Kubrick sono stati stroncati fin dall’inizio: «La critica si basa su quello che già esiste – commenta – per cui non riesce a seguire l’artista che è avanti rispetto agli altri, è un innovatore. Quando ricevo troppe critiche positive mi preoccupo». La seconda parte dell’incontro ha visto poi un dibattito intorno alle modalità con cui si può creare un mondo narrativo: il soggetto si costruisce a partire anche da un possibile passaggio di mezzo, dal romanzo al fumetto, fino ad arrivare anche al grande schermo. Matteo Strukul, direttore artistico del Festival Sugarpulp, ha esordito con “La ballata di Mila” (Edizioni E/O) la cui protagonista, la killer Mila Zago, ha avuto vita in modi differenti, è diventata un fumetto e ha ottenuto i diritti per la trasposizione cinematografica. «Nei miei romanzi – spiega Strukul – c’è a monte un multi linguaggio che nasce anche dai video game, voglio che i personaggi da me creati abbiano tante declinazioni. L’aggettivo che li deve definire è “memorabili”, devono poter incarnare più vite, essere in grado di colpire la collettività. Bisogna creare qualcosa che “inchiodi” la testa delle persone. Non deve essere per forza originale, lo stesso “Kill Bill” prende vita da un manga asiatico, ma deve integrare più linguaggi: questo per me deve essere in grado di fare un bravo scrittore». Non è mancato poi il punto di vista di Alan D. Altieri, grande scrittore e collaboratore di De Laurentiis in “Atto di forza” e “Conan il ditruttore”: «il soggetto è tutto».
Testi Store
Ore 19 – Aperitivo stellare offerto da Paladin Bosco del Merlo con Yavin 4, il fan club italiano di Guerre Stellari. Sound design del produttore e DJ Nico Cabeza // Chube.Ka. A seguire Duelli Stellari: spettacolo e dimostrazioni di battaglie con spade laser a cura di Ludo Sport Academy – Light Saber Combact Academy.
Caffè Pedrocchi
Ore 19 – La letteratura strumento di promozione turistica con l’autrice Sarah Pinborough (UK) e gli autori Tim Willocks (UK), Marcello Simoni e Matteo Strukul. Modera Francesca Bertuzzi.
A breve approfondimento su “Omicidio a Whitehall” di Sarah Pinborough con intervista all’autrice e confronto con “La giostra dei fiori spezzati” del padovano Matteo Strukul: quando la letteratura diventa promozione turistica e rende le città modellini viventi di personaggi letterari.
E per finire… Alle 20 Aperitivo SugarCon con buffet e dj se Radio Cafè al Caffè Pedrocchi!
Un vero e proprio party letterario!
Camilla Bottin