
Al nostro posto. Donne che resistono alle mafie
22 Maggio 2013Storie molto diverse l’una dall’altra: Maria Carmela Lanzetta, sindaco di Monasterace; Lucrezia Ricchiuti, vicesindaco di Desio; Cinzia Franchini, presidente nazionale di cna Fita (autotrasportatori); Rosaria Capacchione, giornalista de «Il Mattino»; Maddalena Rostagno, figlia di Mauro; Valentina Fiore, direttrice del consorzio Libera Terra Mediterraneo.
Donne del nord e del sud, ragazze e signore. Donne che operano in contesti pubblici, abitualmente associati a una gestione maschile, come l’economia, la politica, il giornalismo.
Donne che hanno fatto una scelta, non di “rottura” rispetto a un sistema di appartenenza, ma di “coerenza” con i propri princìpi e ideali, con le proprie urgenze e i propri desideri. Donne che hanno scelto di fare lavori che amano. Donne che non sono rimaste a guardare. Donne che lavorano perché il nostro paese funzioni, e funzioni meglio.
Ne parliamo con Ludovica Ioppolo, una delle autrici e Roberta Polese, giornalista.