Incontro con Alain Mabanckou

17 Giugno 2014

Dal 12 giugno, Mabankou è tornato in libreria in Italia con “Le luci di Pointe-Noire” pubblicato da 66thand2nd, un romanzo che ripercorre lo scarto tra la terra mitica che la memoria delle proprie origini tramanda e i mutamenti della realtà sottoposta allo scorrere del tempo. Con lo scrittore interviene Sara Bin, docente di Geografia Culturale per l’Università di Padova. La traduzione è affidata a Magali Boureux, docente di lingua e linguistica francese.
Le luci di Pointe-Noire
Dopo ventitré anni Alain Mabanckou torna nella sua Pointe-Noire. Invitato dall’Institut français per un ciclo di conferenze, alloggia in un appartamento per artisti e scrittori dove, appeso alla parete del salotto, c’è un quadro che ritrae una donna dallo sguardo triste. Durante il soggiorno, oltre agli impegni uffciali, si dedica alla scrittura del suo libro di ricordi, ma è bloccato, ha un nodo in gola. Sa di essere tornato nella città natale non solo per motivi di lavoro, ma soprattutto per riappropriarsi del passato, per riportare alla luce un’infanzia smarrita nel groviglio della memoria, per salutare i membri della sua numerosa famiglia, orfana di mamma Pauline e papà Roger, e per rivedere i luoghi cari – la casetta di legno «reggia» della madre, il cinema Rex «garanzia del sogno», il liceo archivio di episodi dell’adolescenza. Ma Pointe-Noire non è più la stessa: la casetta è cadente, rovinata dal tempo, il cinema è diventato una chiesa pentecostale, il liceo ha un altro nome e gli appare come un labirinto. Perdipiù tra i familiari ci sono dissapori, e sembrano interessati solo ai suoi soldi. Alain è scosso, disorientato, ma nel mostrare a un amico una foto che si è fatto scattare con i nipoti si rende conto che quei bambini sono liberi e felici, come in fondo lo era lui da piccolo, e non baratterebbero la loro infanzia con niente al mondo. E al momento di ripartire la donna del quadro lo saluterà con un sorriso e avrà i lineamenti della sua amata mamma.
Alain Mabanckou
Poeta, saggista, romanziere e giornalista, Alain Mabanckou è nato nel 1966 nella Repubblica del Congo. Figlio unico, è cresciuto nella caotica Pointe-Noire, capitale economica del paese, insieme all’amatissima madre, figura centrale della sua vita: non a caso tutti i suoi libri sono dedicati a questa donna forte e determinata che lo ha spinto nel 1989 a trasferirsi in Francia per completare gli studi. E a Parigi Mabanckou è rimasto per oltre dieci anni, assaporando il clima multietnico delle banlieue, dove culture diverse si incontrano e si scontrano, creando quel mix fertile che riaffiora nei suoi romanzi. Primo autore francofono dell’Africa subsahariana a essere pubblicato nella prestigiosa collana Blanche di Gallimard, Mabanckou ha ricevuto numerosi riconoscimenti per i suoi romanzi, tra cui il premio Renaudot per Memorie di un porcospino e il premio Georges Brassens per Domani avrò vent’anni. Nel 2002 gli viene offerta la cattedra di Letteratura francofona all’Università del Michigan, dove insegna per quattro anni. Ottiene inoltre una borsa di ricerca all’Università di Princeton (Fellowship in the Humanities Council and the French and Italian Department). Attualmente insegna alla prestigiosa UCLA, a Los Angeles, nel dipartimento di Studi francofoni e letterature comparate. È considerato a livello internazionale una delle voci più prestigiose della letteratura contemporanea in lingua francese. Nel frattempo Black Bazar è diventato un disco, sono in preparazione due film tratti dai suoi libri. Le opere di Mabanckou sono tradotte in quindici lingue, tra cui l’inglese, lo spagnolo, l’ebraico, il coreano, il polacco, il tedesco e lo svedese. Nel 2010 lo scrittore congolese è stato insignito dal presidente della Repubblica francese del titolo di Cavaliere della Legion d’Onore, mentre nel 2012 l’Académie Française gli ha conferito il Grand Prix de littérature Henri Gal per l’insieme della sua opera letteraria.
Sara Bin (1976) è dottore di ricerca in geografia. È docente a contratto presso l’Università degli Studi di Padova e collabora con Fondazione Fontana onlus. Ha svolto attività didattica in varie sedi universitarie, scolastiche ed educative, ed attività di consulenza nell’ambito della cooperazione allo sviluppo. Tra i suoi principali ambiti di ricerca vi sono i progetti di sviluppo idraulico in particolare nell’Africa sub-sahariana, lo sviluppo locale e la sovranità alimentare, la cooperazione internazionale, la didattica della geografia e l’educazione alla cittadinanza globale.
Magali Boureux (1976) è docente di lingua e linguistica francese presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici CIELS di Padova. Formatrice in fonetica correttiva con il metodo verbo-tonale. Abilitata dal CNU francese alla funzione di Maître de Conférences in Scienze del Linguaggio. Traduttrice dall’italiano al francese e interprete per gli autori francofoni della Fiera delle Parole, 2013. Giornalista-pubblicista, collaboratrice della rivista mensile in lingua francese Le Messager de Saint Antoine dal 2006 e autrice della prima guida turistica per bambini della basilica di Sant’Antonio di Padova “Chiara al Santo”, giugno 2014.