L’Italia e i diritti umani: dagli anni ’70 in America Latina a oggi

5 Giugno 2014

Enrico Calamai è stato console italiano a Buenos Aires al momento del golpe e nell’ambito del suo ruolo istituzionale è riuscito a mettere in salvo centinaia di oppositori politici. Benché privo di adeguato sostegno da parte delle autorità italiane dell’epoca, si è adoperato intensamente a favore della comunità argentina di origine italiana e per questo motivo il presidente argentino Kirchner lo ha insignito il 10 dicembre 2004 della più alta onorificenza, la Croce dell’Ordine del Libertador San Martín. La carriera di Calamai continua come ambasciatore in Spagna, Cile, Argentina, Nepal e Afghanistan. Rientrato in Italia, è stato chiamato a testimoniare nel processo che ha portato alla condanna di otto militari argentini. Oggi il suo impegno morale ed etico continua attraverso la fondazione del Comitato per la promozione e la protezione dei diritti umani. Per questa instancabile attività gli sono stati conferiti il Premio Italia Diritti Umani 2010 e il Premio Hemingway 2013.
Ma non è tutto, Calamai recentemente si è anche interrogato sul ruolo che ha l’Italia nei confronti dei disperati che da mille rotte diverse arrivano alle sponde del Mediterraneo: «Dobbiamo dirci le cose come stanno: tutti costoro, che, si badi bene, hanno pieno titolo a fruire dei diritti umani, troppo spesso finiscono per diventare i desaparecidos dell’Italia e dell’Europa opulenta nel nuovo millennio. Esiste» continua Calamai «una linea politica, concordata a livello di sicurezza italiana, europea e NATO, che condanna alla desaparición i tanti che partono verso il Mediterraneo, sotto la spinta di miseria e crisi da noi stessi provocate?».