
Un altro (d)anno
28 Maggio 2019Trasformiamolo in un dono raccontandolo Venerdì 31 maggio, ore 18.30
alla Libreria Laformadellibro per la rassegna “Incontri con l’autore”,
verrà presentato il libro diValentina Tomirotti
“Un altro (d)anno”, edito da Mondadori.
408 GR DI VITA. 36 ANNI IN 240 PAGINE SU 4 RUOTE.
“Se vi aspettate la classica favola su quanto è brutto stare seduti in carrozzina, tra aghi, ospedali e
dottori cattivi, avete sbagliato libro. Niente di sanitario, poco di compassionevole, zero di mistico.
Preferisco raccontare la mia vita per quello che è: uno slalom su 4 ruote che mi fanno conoscere il
mondo da un metro d’altezza”.
Da novembre, mese in cui Valentina urla il suo primo vagito, a ottobre: un anno al contrario. La
nascita, l’infanzia, la scuola, la famiglia, le gioie, gli amori, il sesso e un po’ di dolori. Né un diario,
né un calendario, dodici mesi che parlano di una vita vissuta comodamente seduta su quattro
ruote. Nessun caso clinico, solo la narrazione vivida e impertinente di una vita che incontra ostacoli
a volte più imponenti delle barriere architettoniche, cercando di rendere stabile qualcosa che è
nato in bilico. Non un’autobiografia, ma il racconto di dodici mesi lunghi trentasei anni. Un lunario
un po’ lunatico e ribelle, tutto da inventare, da sfogliare o forse da spingere, come le ruote di
Valentina. “E sempre stata una questione di ruote, della loro grandezza: il loro raggio, l’ampiezza
delle mie azioni che cambiavano a ogni pit-stop di crescita. Le ruote sotto al sedere, le ruote in
testa, ma soprattutto le ruote che mi portano lontano perché ho sempre bisogno di scappare,
andare, un moto a luogo qualsiasi, perché la noia è la mia ombra.” Siamo troppo abituati a
considerare la disabilità come la diretta conseguenza della malattia. Invece no, la malattia è un
modo diverso di passeggiare nella vita. La malattia è come la verdura: prima accetti di mangiarla
tutta, prima starai meglio e finirà la punizione. “Un altro (d)anno” è il racconto sfacciato di come si
può mangiare la verdura sapendo poi di assaggiare anche un uovo di Pasqua anonimo, con una
sorpresa da montare e smontare giorno dopo giorno. A volte scappa un “wow!”, a volte è solo un
pieno di cioccolata che diventerà un brufolo sfrontato, spuntato al posto giusto in un momento
sbagliato. Prefazione di Malika Ayane.
Valentina Tomirotti, mantovana dal 1982, di breve non ha nemmeno il nome e cognome. Non
scrive mai a caso e ama raccontare tutto da una visuale privilegiata: da un metro d’altezza, a
cavallo della sua carrozzina che sa trasformare in un trono.
Laureata in scienze della comunicazione, giornalista pubblicista, mangia comunicazione come
pane quotidiano.
Indossa perfettamente il rossetto, cura maniacalmente i capelli e nuota nel web anche
controcorrente per lasciare un segno: affronta il tema della disabilità senza essere un caso, ma a
caso, proprio; è la vita di tutti. Online è conosciuta come Pepitosa, sui social snocciola post
ruvidi etichettati come #perdire. E blogger senza essere troppo fashion, non rinuncia mai a tenere
in mano una penna per riempire interi fogli mettendo in fila parole e soffiando forte per trovare
sempre un nuovo inizio.