Hakuna Matata, Senza Pensieri

18 Dicembre 2012

C’è una levità ariosa e per certi lati festosa in questa rassegna che mette insieme con estrema disinvoltura (che non vuol significare superficialità) i testi poetici, le immagini fotografiche, i disegni e i gioielli di autori così diversi fra loro, eppure così espressivi, sensibili ai valori del bello, ai sentimenti del cuore, all’osservazione (e alla riflessione) di luoghi, figure umane e del mondo animale, stati d’animo.
Una “preziosa” rassegna, dunque, al di là dei gioielli che presenta, perché preziose sono certamente le “materie” esposte.
Le tavole di un notissimo allievo di Hugo Pratt, le poesie di un ventiquattrenne studente universitario, i gioielli ideati da una brillante signora, le fotografie di un non più giovane professore e direttore di istituti scolastici , costituiscono un intreccio significativo all’insegna di quella levità ariosa di cui si diceva prima, di una solarità gioiosa, di una originalità e di una passione esprimenti individualità non dappoco, anzi, di spicco.
Si pensi ai versi sciolti, vivissimi, accattivanti di Michele Tacchella, alle dieci tavole di Lele Vianello, disegni originali appositamente creati per la mostra padovana che documentano personaggi fra i più svariati: Indiani d’America, africani, asiatici.
Si pensi ancora alle fotografie (una sessantina nel catalogo, trenta nell’esposizione) del professor Alberto Carenza, che dall’intimità domestica (mani intrecciate con in evidenza una fede nuziale, mani poste sulla bestiola familiare) spazia poi nelle realtà paesaggistiche colte dal suo obiettivo in giro per il mondo, per concludere con i gioielli di Simonetta Moretto.
Una mostra (per usare un’espressione oggi in voga) “interdisciplinare”, dunque, e per così dire. Che brilla in tutto il suo articolato complesso, armonico e per certi aspetti lirico, al di là delle liriche per eccellenza rappresentate dalle poesie specifiche.
Giovanni Lugaresi


Mostra di quattro autori del nostro territorio che creano spontaneamente le loro opere ispirandosi al loro uiiverso, particolare e globale, che incontrano nel loro percorso. Senza Pensieri quindi, così come nasce un’idea, prodotto, a volte, di scelte e valutazioni continue che si spingono una con l’altra fino ad arrivare alla nascita e al frutto finale, altre immediata e coerente con le proprie filosofie e formata con l’esperienza e la propria attività.
Le fotografie di Alberto Carenza spaziano nel mondo e sembrano essere senza confini, così come i collage di immagini da lui realizzati, 14 pannelli multifoto, con temi e contenuti lineari che seguono una linea di pensiero frastagliata e omogenea. Sono scatti di un’autore vivo e spontaneo che fa del globo il suo punto di vista soggettivo e oggettivo: si va dagli Stati Uniti alle Dolomiti, dall’India al Perù, dalla Gran Bretagna al Bangladesch passando attraverso dei fermi immagine unici nel loro stile e accomunati dalla curiosità e dall’intuito di questo autore ottantenne a contatto con le giovani generazioni per lavoro e per cultura.
Le foto sono accompagnate da poesie e disegni come per completare il quadro descrittivo di questa mostra, nata per caso e sviluppata ’’senza pensieri’’ nell’arco di un paio di mesi. I disegni sono di un autore lidense che vive e lavora a Malamocco, Lele Vianello con i suoi acquerelli internazionali ci ha fatto ammirare le praterie dell’America più selvaggia, gli Indiani con la loro Storia e Tradizioni, i popoli europei dalla cultura universale e antropologica immensa e costante, l’Africa, misteriosa e segreta e l’Asia con il suo fascino e la sua originalità. Sono anche questi attimi spontanei, realizzati con un’esperienza quarantennale di studio e divertimento che nascono in un’isola ma che si sviluppano oltre ogni barriera o confine fino ad esplorare territori nascosti e a far affiorare mondi sommersi.
Le poesie di Michele Tacchella, veronese DOC, incontrato e conosciuto di recente, raccontano le emozioni di un giovane che cresce e sviluppa il suo pensiero in un mondo globalizzato, piccolo e universale, dove gli scambi si fanno veloci e frastagliati e ricavare un ego puro e spontaneo può risultare faticoso e complesso. La sua personalità ne esce vittoriosa con le manchevolezze di un artista e l’ insicurezza dell’uomo ma anche con una completezza di parole e un uso appropriato del linguaggio che scava nell’inconscio e nel suo profondo “Essere” e “Divenire” che fanno di Lui il “Poeta della Ricerca”, quel percorso comune a molti artisti ma unico in ogni individuo che scrive e realizza.
I gioielli punto9 di Simonetta Moretto rendono questa mostra ancora più preziosa e danno un colore brillante anche alle altre opere. Pezzi unici, creati dall’artista in maniera indelebile, sobria e razionale con un pizzico di follia ed estrosità che illuminano e fanno sognare restando in un’illusione concreta con i pensieri e l’immaginazione.
A completare la mostra anche la musica e il teatro per rendere più universale la tematica artistica e il rilievo creativo dell’opera: le canzoni napoletane dell’estroso Amedeo Gagliardi accompagnate al pianoforte da Giuliano Calore, ciclista compositore dal talento unico e inossidabile e la performance di Alice Di Lauro, mimo e funanbola veneziana ma interprete internazionale di suoni, parole e immagini vogliono formare una simbiosi attiva di un percorso composto, logico e creativo.