Monika

26 Febbraio 2014

Spettacolo di Beppe Casales diretto e interpretato da Irene Lamponi, montaggio video di Irene Lamponi, con il sostegno di Ass. Cult. Altroquando.
Cosa ci spinge a lasciare tutto per seguire un’ Idea?
Cosa ci spinge a rischiare la vita per volere un Cambiamento?
Cosa accade affinché una donna arrivi ad uccidere un Uomo?
Monika è uno spettacolo che mette in luce la necessità e la volontà di un Cambiamento in un sistema globale che tende a negare la giustizia, la dignità e la persona.
Attraverso la storia di Monika Ertl, la ragazza che vendicò Che Guevara sparando all’ufficiale dei servizi segreti boliviani nel 1971, lo spettacolo parla anche del nostro presente. Un presente così ricco di movimenti atti a recuperare un amore negato che ancora oggi non è un diritto: la libertà.
Lo spettacolo traccia così una linea d’unione tra la storia di Monika e le grida di protesta degli ultimi anni, dalla primavera araba ai movimenti globali degli indignati.
La storia
Monika Ertl è la ragazza che vendicò Ernesto Che Guevara. Figlia di un tedesco compromesso col nazismo, trasferitasi in Bolivia per seguire il padre, nel 1969 all’età di 32 anni, Monika abbandona la famiglia per unirsi ai guerriglieri boliviani diventando l’amante del loro capo, Inti Peredo, il successore del Che. Solo tre anni più tardi, nel 1971, Monika decide di uccidere l’ ufficiale dei servizi segreti boliviani Roberto Quintanilla, l’uomo che aveva coordinato le azioni per uccidere Che Guevara e Inti Peredo. Monika avendo giurato vendetta per questi assassini decide di agire. Vola al Consolato Boliviano di Amburgo, dove Quintanillia era stato messo al sicuro, e gli stampa una V in petto con tre colpi di pistola. I colpi partono da una Colt Cobra registrata a nome di Giangiacomo Feltrinelli. Due anni più tardi, nel 1973, in un’ inarrestabile nemesi Monika cadrà poi a sua volta vittima di un’imboscata. In “MONIKA” la richiesta di amore e giustizia, venendo negata, si trasforma in un sentimento di odio che sfocia in una violenta umanità che non può più fermarsi. La scena si apre ad Amburgo davanti all’ambasciata boliviana dove Monika è pronta ad agire. Il pubblico nel corso dello spettacolo è trasportato con flash-back tra passato e presente, sino all’assassinio finale. Lo spettacolo è supportato da immagini e video che contestualizzano e ampliano la vicenda, creando un continuo gioco tra i fatti storici e le proteste del XXI secolo. Quello che cerchiamo è la commistione tra la politica e il sogno. Il racconto crudo, che parla di storia o di presente, viene raccontato attraverso un mondo delicato che fa parte del “meraviglioso”. Come se dal crudo e nudo racconto, a tratti, riaffiorassero frammenti del sogno di un bambino. Un Teatro Onirico Politico, per non perdere la tenerezza.