
FestivaLab
2 Marzo 2013L’attesa, condensata in tre giorni di cova, il 13, il 14 e il 15 maggio, vedrà sorgere un festival rinnovato, situato in un nodo centrale della bassa padovana, sotto gli occhi di tutti, su un palco di grandi dimensioni e con un’accresciuta visibilità a livello mediatico. Tre laboratori scolastici, selezionati da una giuria scelta, verranno ospitati presso il cinema teatro Farinelli di Este: la scadenza del bando, un non plus ultra coincidente con la data del 25 marzo, potrà apparire come un chiaro invito agli istituti ritardatari. Il gemellaggio tra ospitanti e ospiti porterà alla maggiore coesione di un pubblico composto solo da scuole superiori, una novità messa in atto «per far sentire maggiormente a proprio agio gli studenti – spiega il segretario coordinatore di FestivaLab, Lodovico Ottoboni – in questi tre giorni i ragazzi potranno condividere l’esperienza teatrale con dei coetanei, cosa che non avveniva negli anni precedenti, con i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado dell’Istituto Comprensivo di Villa Estense».
Questo ‘deficit’ si avvertiva non tanto per mancanza di entusiasmo, ma proprio di “maturità” dei ragazzi delle medie, bisognosi del supporto guidato di un organizzatore o di un insegnante, tuttavia va segnalata la valente collaborazione del preside di Villa Estense, il prof. Cecchetto. Ora, come afferma il direttore artistico Damiano Fusaro, si potrà pensare a una quarta edizione completamente all’insegna «della laboratorialità e della sperimentazione», fatta «con le scuole e per le scuole»: l’obiettivo non è tanto «quello di scoprire un nuovo Gassman» ma di far «vivere ai ragazzi un’esperienza indimenticabile». La professoressa Letizia Piva, attrice professionista e giurata nella precedente edizione, non esita a spendere parole di elogio per gli organizzatori, secondo lei il fine del Festival, che è quello di «creare rete e convergenza nel rendere fruibile l’ambiente teatrale in sé», spinge alla condivisione e alla ricerca comune, possibile solo grazie alla «disponibilità di idee e risorse». Parlando di rete, il segretario anticipa succose novità: con la collaborazione dei fotografi di PhotoLab35mm, il laboratorio fotografico della compagnia Mentalmente Instabile di Este, si pensava a una messa in onda, attraverso lo streaming, degli spettacoli in scena, nei più famosi social network, quali Facebook e Twitter.
A casa – e non dimentichiamo che nelle precedenti edizioni le scuole selezionate provenivano da Lecce, Termoli (CB), Cologna Veneta (VR), Treviso, Trieste – e quindi anche a chilometri di distanza, amici e compagni potranno vivere giorni di protagonismo assoluto, grazie alla diffusione dei nuovi media, compreso un servizio informativo corredato di foto e commenti in diretta. Fusaro parla di una «giuria top secret», i nomi verranno svelati solo con l’annuncio dei partecipanti ai tre laboratori, il 6 aprile. Ottoboni, elencando i criteri che la giuria adotterà per ‘scremare’ la prima ‘fase di selezione’, parla di originalità del copione, ma auspica anche che la giuria riesca a scegliere, tra le presentazioni pervenute, il miglior metodo di approccio al teatro (se si tratta di un doposcuola con finalità sociali o se è un vero e proprio laboratorio), tenendo conto dell’esperienza teatrale della scuola, dei riconoscimenti già ottenuti, del numero di studenti coinvolti nel progetto e ovviamente dei criteri relativi alla parte tecnica dello spettacolo (sartoria, scenografia, tecnico audio e luci). «Ritengo che la qualità delle proposte sia direttamente connessa con la quantità di candidature – afferma l’ex giurata Letizia Piva – il cospicuo numero di dvd che il comitato organizzatore ha dovuto visionare ha consentito di selezionare, in anticipo, spettacoli che sappiano educare al buon teatro». Quest’anno, in mancanza di una registrazione preventiva dello spettacolo, ai fini della selezione, non ci sarà la catalogazione del materiale in un Fondo Archivistico di cultura teatrale: entrano in scena molte variabili, anche di carattere economico e creativo, che ne impediscono la realizzazione. Il «sistema di raccolta di impressioni, opinioni e critiche, utile a chi fruisce, a chi crea e a chi organizza», fondamentale per la prof.ssa Piva, non mancherà: si tratta di mettere in scena un vero e proprio festival 2.0.
Lo spirito dell’iniziativa, concretizzato nello slogan “Il protagonista sei tu”, può essere riassunto in un video promozionale caricato su Facebook e su Twitter. «L’idea di realizzare uno spot di promozione dell’evento – afferma Ilaria Ragona, laureanda in Comunicazione e responsabile della social media strategy del Festival – è nata l’anno scorso, quando lo scenario era ancora Sant’Urbano». Con la collaborazione tecnica di Davide Mantovanelli di PhotoLab35mm che ha dimostrato «grande professionalità e pazienza» e la speranza di ottenere spazi di promozione anche sulle televisioni locali, l’originale spot di quest’anno avrà un seguito che adotterà come scenario i luoghi più suggestivi di Este. Ilaria si rende conto di come sia difficile in 60 secondi dare a Este lo spazio che merita, quindi, il nuovo video, di cui curerà nuovamente la sceneggiatura, la regia e il montaggio, è «mirato esclusivamente alla promozione della città, dando modo ai partecipanti di vedere i luoghi che frequenteranno durante le giornate del Festival». I Giovani d’Este, tempo cronologico e meteo permettendo, faranno da ciceroni ai “viaggiatori” che verranno da lontano e da meno lontano. Da ex attrice del laboratorio teatrale del liceo Ferrari di Este, Ilaria si dice entusiasta dell’esperienza, definisce i momenti passati in tour con i compagni come «i ricordi più belli» e spera che sia così anche per i ragazzi che parteciperanno a FestivaLab.
L’assessore alla Cultura di Este, Eleonora Florio assicura l’appoggio del Comune alla compagnia Mentalmente Instabile, organizzatrice della rassegna e promette «di garantire il proseguimento di questo tipo di iniziative culturali» che vedono coinvolti «i giovani del nostro territorio». «FestivaLab infatti – prosegue l’assessore – è un interessante laboratorio di idee e di opportunità attraverso il quale i protagonisti possono valorizzare, con diverse forme espressive, la loro formazione e la loro ricchezza creativa»
Camilla Bottin