La forza vitale del pennello: Eros Rizzo

10 Agosto 2013

Eros in bicicletta, con un quadro sottobraccio, dopo una notte insonne: questa la trasposizione lirica dell’interiorità, in quegli impeti espressionistici che gli ricordano il Maestro Vladimiro Evarchi, in arte Miro e l’Olandese Volante, il grande Van Gogh. Nessuno gli ha mai imposto una sobria visione del giusto e dello sbagliato, ma la forza, la vita stanno lì, in quel pennello audace che a tratti si mescola con le dita, nel dipanare fiori, chiese e paesaggi attraverso riflessi dell’anima. Lo troviamo in questi giorni lì, alla Pescheria Vecchia, orgoglioso di poter presentare al mondo i suoi colori, la sua Este, delineata nelle figure che tanto ama. Basta con il contorno nero del passato, le tinte blu campeggiano: si stemperano le grida dell’angoscia, s’insinua una calma riflessione. Eros parla del «giallo, del rosso e del blu» come di tre vecchi amici, con altrettante filiazioni (le tre diverse gradazioni) che nell’ultimo periodo si sono sposati nel viola, «evoluzione del rosso e del blu». Ma è Lui a insinuarsi nel pensiero, l’indimenticato Miro.

Raccontaci di come ti sei avvicinato alla pittura
Avevano intravisto in me il germe dell’arte già alla scuola media, ma quando è stata ora di scegliere le superiori la mia famiglia ha optato per l’Itis di Este. Correvano tempi pericolosi e non se la sono sentiti di mandarmi a Padova o a Venezia in scuole d’arte: il battesimo l’ho ricevuto dopo l’incontro, fortuito, con Vladimiro Evarchi, pittore estense scomparso dieci anni fa. Mi disse ‘Tu sei un pittore’. Parole sacrosante, ricordo con piacere i momenti trascorsi a dipingere insieme, non mi rimproverava mai nulla. Mi dava consigli, mi stava vicino, ma mai una volta che abbia tentato di correggermi. A lui devo veramente tanto, così come al prof. Franco Rizzato che mi ha fatto riflettere sui giochi di luce. Ecco, guarda la mano, guarda la zona d’ombra: osservazioni di questo tipo erano all’ordine del giorno. Comunque dai, anche frequentare un istituto tecnico mi è stato utile, ho imparato a fare linee dritte senza usare un righello: amo alla follia le figure, le ricoprivo con un segno netto, avevano un contorno tutto loro. Ora preferisco che sfumino un po’ di più, tutto quel nero era veramente di forte impatto: il blu ora va benissimo.
Ho realizzato almeno una personale all’anno (tra i 4000 e più quadri posso dire di avere sempre nuovo materiale da esporre), dipingere fa parte di me: ricordo con piacere la mostra ‘Alchimie dell’arte, dell’irriducibilità dello spirito saturnino’ a Verona, la curatrice Daniela Rosi si è rivelata una persona molto sensibile e di indubbio gusto artistico. Sono membro onorario di Arteuganea e ho partecipato a diverse loro ‘mostre magazzino’: posso dire veramente di aver esposto in quasi tutti i punti di Este.

Il Prof. Renzo Zoia di Noventa Vicentina, critico ed esperto d’arte, è il curatore della personale di Eros Rizzo che si tiene da lunedì 5 a domenica 18 agosto alla Pescheria Vecchia di Este.
«Eros e Antonio Zerbetto di Monselice sono i pittori euganei che prediligo – afferma il signor Zoia – seguo da anni il loro lavoro. E’ incredibile la selezione di quadri che io e Eros abbiamo portato avanti per realizzare una mostra di così ampio respiro. Nella sala espositiva ce ne sono trentatrè, più di una ventina sono stati scartati, non per una minore forza espressiva, ma perché, mettendomi dal punto di vista del pubblico, ho privilegiato quadri sereni e distensivi. Eros deve essere di tutti perché è un grande artista».
Girando le tele presenti in mostra possiamo avere ulteriori sorprese: è dipinto anche il retro, con «schizzi preparatori» che alludono all’altra faccia dell’opera. Magia? No, è arte.

Camilla Bottin

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