Anima ardente
26 Luglio 2013Il fil rouge che unisce Isabella di Morra, vissuta in Lucania nel XVI secolo, e Nadia Anjuman, morta a Herat, Afghanistan, nel 2005 è un filo tessuto dalla loro comune forza: il filo delle parole e della poesia. Entrambe queste donne, infatti, pur vissute in contesti ed epoche diversissime, hanno pagato con la vita il loro essere poetesse. A raccontarne le vicende sono due personaggi femminili, uniti emotivamente alle protagoniste e testimoni del loro tragico destino: una giornalista italiana di stanza in Afghanistan, che realizza un reportage all’indomani dell’assassinio di Nadia Anjuman, e una dama della Lucania cinquecentesca, la quale, seppur completamente immersa nella cultura del proprio tempo, viene coinvolta dalla sensibilità straordinaria di Isabella di Morra. Entrambi i personaggi “testimoni” sono volutamente interpretati da una sola attrice, mentre è lasciato alle rime il compito di dar voce alle due poetesse. In tal modo l’accento dello spettacolo va a porsi sulla traccia che la poesia, l’arte e ogni altra espressione della creatività e dello spirito umano lasciano, come un seme, nel cuore e nelle menti di chi le ascolta. Il tema dello spettacolo è infatti quell’essenza, quella forza non altrimenti definibile che spinge avanti l’umanità nonostante ogni tipo di gabbia e che non raramente, in maniera silenziosa e spesso drammatica, è portata avanti dalle donne.